Infiltrare o no il cavallo?
Vere e proprie zoppie, ma anche solo semplici cali di rendimento, spiegabili con articolazioni magari logorate dal lavoro e non più al 100%. Ho visto infiltrazioni fatte con grande riguardo, dopo una visita ortopedica accurata ed altre eseguite molto più sbrigativamente, senza che tutti i pro e i contro siano stati elencati al proprietario del cavallo. È anche vero che a molti proprietari non interessa che ne sarà del cavallo a lungo termine, l'importante rimane il "qui e ora", cioè il presente.
L'attenzione e le conoscenze che hanno i proprietari, rimangono a mio avviso uno dei principali fattori responsabili della salute a lungo termine dei loro cavalli. I veterinari possono spiegare nel modo più semplice e chiaro possibile ed elencare le diverse possibilità di trattamento, ma rimane il fatto che l'ultima parola l'hanno sempre i proprietari, ancor prima di trainer e allenatori.
Le articolazioni sono per tutti gli atleti, sia uomini che cavalli, un punto debole, perché la cartilagine che riveste i capi ossei tende con il tempo ad usurarsi o a subire traumi che si possono gestire, ma che fanno molta fatica a guarire completamente. Infatti, malgrado la medicina rigenerativa abbia fatto enormi passi avanti negli ultimi anni, la guarigione completa di una cartilagine articolare danneggiata è ancora un'utopia.
Un'articolazione "danneggiata", con una cartilagine che non riesce a svolgere al 100% la sua attività nel ridurre la frizione tra i capi ossei, predispone il cavallo a sviluppare una osteoartrite che lo accompagnerà per il resto della sua vita.
Lesioni tendinee, patologie del legamento sospensore e dolore articolare, sono sicuramente tra le cause più frequenti di stop dalla carriera agonistica, transitori o, addirittura, definitivi. Durante la storia agonistica di un cavallo sportivo i problemi a carico delle articolazioni sono, infatti, piuttosto frequenti. Magari, secondo la disciplina e la categoria in cui gareggia il cavallo, sono più esposte alcune articolazioni rispetto ad altre, ma capita di frequente che il veterinario proponga un'infiltrazione.
Quelle con il cortisone sono mediamente poco costose, sfiammano l'articolazione e sicuramente riducono la zoppia sul momento, ma a lungo andare favoriscono la degenerazione della cartilagine, perché sopprimono la sintesi di collagene e di acido Jaluronico.
Quindi, quando si tratta appunto del "qui e ora" sono davvero indicate, ma il rischio di eseguirle più volte sullo stesso cavallo a mio avviso è troppo alto.
Il problema rimane l'abuso e non la singola infiltrazione, che magari può aiutare molto il cavallo ad uscire da un'infiammazione acuta momentanea, non associata però a nessuna degenerazione cartilaginea.
Inoltre, levando il dolore, il rischio che il cavallo carichi eccessivamente su un'articolazione con un problema, può favorire l'insorgenza di fratture e microfratture articolari, che sono la culla di una grave osteoartrite, che pone decisamente uno stop sulla fine agonistica di qualsiasi cavallo sportivo.
Per questa ragione negli ultimi anni, prima di eseguire infiltrazioni articolari con cortisonici, i veterinari ortopedici ci pensano bene e, infatti, sembrano essere molto calate; in America sembra siano addirittura passate dall'80% al 50%.
Ogni veterinario ortopedico serio dovrebbe offrire al cliente la scelta farmacologica migliore per quel cavallo, sicuramente in funzione della patologia, ma anche in base alla sua storia "veterinaria".
Negli anni ho avuto spesso qua in clinica cavalli con problemi articolari, e devo dire che in diversi casi sono rimasta davvero frustrata. Infortuni con infiammazioni acute, gonfiore e zoppia, riferiti in clinica appena successo o quasi, possono essere assolutamente risolti con le giuste terapie, una gestione attenta e un riposo adeguato. Ma casi di osteoartrite conclamata, con una cartilagine sofferente o addirittura già degenerata, purtroppo non possono guarire completamente; questi cavalli fanno fatica a fare attività sportiva e con l'età avranno un dolore articolare cronico che sicuramente interferirà molto con la loro salute.La mia Peppina, super cavalla da reining, era ancora giovane quando l'articolazione del carpo destro ha cominciato a sviluppare una brutta artrosi, un processo degenerativo così serio da far addirittura piegare tutto l'arto. Io non so se sia stata infiltrata senza che mi fosse detto, ma qualcosa è di sicuro successo ed io non l'ho mai saputo; ai tempi ero giovane ed inesperta, ora non mi sfuggirebbe di sicuro.Questa vicenda ancora mi fa star male, perché sono sicura che molto si può fare per evitare di arrivare a questi livelli.Negli anni ho visto anche diverse fattrici trotter ancora giovani con grasselle devastate da gravissime artrosi, dovute alle continue infiltrazioni di cortisone fatte quando erano in attività.Per questo insisto sempre perché i proprietari siano ben coscienti di cosa può significare per le articolazioni cominciare l'agonismo troppo presto, non dare ai cavalli il giusto riposo se hanno dei problemi ortopedici e tenerli in attività a tutti i costi pur di arrivare a fare magari una stagione agonistica o anche una sola gara.Ogni cavaliere dovrebbe partire sempre da una buona prevenzione, anche con integrazioni alimentari a base dei costituenti della cartilagine e, se si rendesse necessario, valutare con il proprio veterinario come intervenire localmente; bisogna infatti dire che non tutte le infiltrazioni articolari hanno effetti negativi, anzi.Ad oggi ci sono ottimi acidi jaluronici studiati appositamente per le articolazioni che, mentre lubrificano, aiutano anche nel controllare l'infiammazione; si può utilizzare l'ozono intrarticolare o anche solo peri articolare, che ha un potente effetto sfiammante senza interferire con il metabolismo della cartilagine, c'è lo stanozololo che sembra avere un buon effetto trofico sulla cartilagine (non va MAI associato al cortisone) e il PRP. Senza di dimenticarsi assolutamente dell'IRAP® (interleukin-1 receptor antagonist protein) che occupa specificamente il recettore articolare della principale proteina infiammatoria, l'Interleuchina 1, e delle ormai famose cellule staminali, che vanno preparate con cura da un laboratorio specializzato, ma che sembrano essere di grande aiuto nel favorire la salute della cartilagine.
Tutte metodiche "moderne" e sicuramente più costose di una semplice infiltrazione con il cortisone, ma che associate a terapie sistemiche e ad una corretta riabilitazione possono davvero fare la differenza.La cosa primaria rimane sempre arrivare ad una corretta diagnosi, grazie ad un'accurata visita e ad esami specialistici, come ecografia, risonanza o, addirittura, un'artroscopia esplorativa.
Trattare senza avere la certezza di quale sia il problema, può essere davvero controproducente.Parlate sempre chiaro con il vostro veterinario delle varie opzioni sul mercato per ottenere il massimo, riducendo al minimo gli effetti collaterali, soprattutto sul lungo periodo.
E ricordate che la medicina non è una scienza esatta e non sempre le cose vanno come si è programmato, soprattutto quando si parla di articolazioni.